parlato Gene Gnocchi:
Vecchioni, Vecchioni...
già il nome che hai avuto in sorte,
Vecchioni... ma non ti dice niente?
E continui a rubarmi giorno dopo giorno
anno dopo anno...
e io a concederteli questi anni, e sai perché?
Ogni anno che passa, mi piace vedere la tua faccia
da viaggiatore di commercio che ha scoperto
al casello che c'è lo sciopero e non si paga
e fa la faccia seria ma dentro... ride.
Non mi dire più niente, sì lo so
che ti ho fregato sugli anni, se lo so!
Ma gli anni io li ho amati da incosciente,
ad uno ad uno senza preferenze:
e ridarteli indietro brucia un po'.
Non rimpiango le cose che non ho, oh no,
sono molte, molte di più quelle che ho;
da viaggiatore di malinconie
mi trovo a corto di furfanterie:
le stelle della mia sera sono mie.
Blumún, evanescente Blumún blu
Blumún, un po' invadente Blumún blu
Blumún, Blumún blu.
Questa luna nel cielo sembra panna,
che voglia di una lontana ninna nanna!
Ho tanti amori, tanti figli addosso
che pare brutto salutarli adesso:
sono un uomo felice, lo confesso.
I marinai che se ne vanno via
non hanno limiti di nostalgia:
vado nella mia sera, perchè è mia.
Blumún, è la mia sera, Blumún blu,
Blumún, è la mia vita, Blumún blu,
Blumún, Blumún blu.
Blumún, a luci spente, Blumún blu,
Blumún, dolore niente, Blumún blu,
Blumún, Blumún blu.
Quando ci vedremo
(spero tardi e non m'importa come)
mettimi in un posto con la donna
e con gli amici miei;
lasciami un buco per guardare in fondo,
vorrei vedere qualche volta il mondo, il mio mondo...
Blumún, ti voglio bene, Blumún blu,
Blumún, ti voglio bene, Blumún blu,
Blumún, Blumún blu.
Blumún, ho tanto sonno, Blumún blu
Blumún, in questo sogno, Blumún blu,
Blumún, Blumún blu