La golpe
C'era una volta una donna chiamata Rosa, che aveva un figliolo chiamato Bastiano, che non aveva punta' voglia di lavorare; aspettava che portasse la limosina la sua mamma, e con quella mangiava.
Un giorno questa povera donna la s'ammalò, la chiamò questo figliolo, che lei gli voleva tanto bene, e disse: " Senti, figliolo mio, io muoio e non ho nulla da lasciarti; abbi giudizio; io ti lascio questa gallinina nera; ma bada, tienne di conto, e non l'ammazzare, chè quella gallina ti faràfortuna ".
Questa povera donna morì.
Questo povero figliolo disperato, un ci aveva più sua madre che gli dava da mangiare.
Un giorno venne, che l'aveva tanta fame; prese la sua gallina in braccio, e andette via lontano. Quando fu per la strada, trovò una Golpe.
" Oh dove tu vai? " gli dice la Golpe.
" lo vado a girare il mondo, per vedere se trovo fortuna con questa gallina perchè mi sento tanta fame! ".
" Senti.... mi sento una gran fame anch'io, dammi codesta gallinina, perchè io la mangi ".
Dice: " No davvero, chè questa me l'ha lasciata mia madre, chè io ne tenga di conto, che questa mi farà fortuna ".
" Oh dammela, tanto te ... ; io ti menerò ... ; qua c'è un palazzo ... ; ti daranno da mangiare ... ; danno da mangiare a
tutti ".
Questo citto un gliela voleva dare la sua gallinina.
" Dammela, dammela, tanto tu mangerai ... ; io sono la Golpe; se ci vado io, mi ammazzano"; e questo citto gliela diede.
Camminano un altro pochino, e trovan questo palazzo... Dice la Golpe: " Senti, tu anderai su, e ti daranno da mangiare; ma ricordati di me, che io t'aspetto dietro il pagliaio: quando tu sei a tavola che mangi, ricordati di me, mettiti un pezzo di pane in tasca ".
Questo giovanotto va e picchia, domanda se davano da mangiare. Mentre che mangiava, lui si mette il pane in tasca; dopo che ebbe mangiato, andò via. Quando fu fori trovò la sua compagna Golpe; dice: " Tieni, te l'ho portato il pane... oh andiamo ".
Quando furono vicino ad una città, avanti di arrivare a questa città, trovonno un fiume.
Fa la Golpe: " Senti: ora tu ti devi spogliare, io ti laverò tutto. Vicino a questa città c'è un re che ha una figliola; io vo' vedere se te la posso far avere per sposa ".
(Questo ragazzo era uno zotico).
La prese questo citto, lo lavò lì nel fiume, lo pettinò, e poi lo mise dentro a una pianta di vetrice.' Prese i panni di questo citto e li buttò nell'Arno. Dice: " Senti: aspettami costì ". Questo povero figliolo ignudo figurarsi come stava:
E la Golpe via; e la va alla città, la va al palazzo d'il re e la picchia.
I portieri, quando veddero la Golpe, dissero: " Oh Golpe, che tu fai? L'è tanto che non ti s'è veduta! "
< Oh state zitti! L'è successa una disgrazia, io ho bisogno di parlare a il re ".
Vanno dal re e gli dicono che c'è la Golpe che ha bisogno di parlare. Il re dice che la facciano passare.
Il re quando ebbe vista la Golpe, la gli s'inginocchiò, e gli disse: " Signora Altezza, io son venuta da Lei, perchè
è successa una disgrazia ".
" Oh dimmi, Golpe... Tu hai sempre delle buffonate!
Cosa t'è successo? ".
" La senta, Signora Altezza: laggiù nel fiume l'è arrivata la piena. C'era un bel giovane, che venìa per chiedere la su' figliola, un signore ricco ricco; gli ha portato via i panni e il cavallo, lo ha sgnudato. L'ha dovuto proprio morire nell'acqua! ... se non arrivavo io, moriva ".
Dice il re: " Dimmi, chi l'è? ".
" Gli è il sor Pasquale Del Tigna ".
" Senti! quel signorone tanto ricco? che l'ha tutte quelle ville? che l'è un milionario? ".
" Sissignore ".
Il re prese un bravo vestimento, un bravo cavallo, con tutto il seguito, e va per prendere questo giovane; e la Golpe via avanti di tutti per arrivare più presto da quel giovane laggiù.
Dice: " Senti: ora verrà il re con tutto il seguito a pigliarti. Io gli ho detto che tu andavi a sposare la su' figliola, e che affogavi nelle acque se non arrivavo io. Gli ho dato ad intendere che sei un gran signorone; ma bada a non parlare come non parlo io ".
Questo, impaurito, gli dice alla Golpe: "I mi' cenci? "
" Sta' zitto, chè ora c'è il re; non parlare "; gli dice.
Viene il re, e costì lo saluta, e questo sempre silenzio, e a lato a questo giovane c'era sempre la Golpe, e lui gli
diceva: "I mi' cenci? " e la Golpe: " Stai zitto, non ti far sentire ".
Lo mettono a cavallo con tutto il seguito, e la Golpe sempre accanto a questo giovane. - Almeno parlerò io, se non sa parlare lui! -
E il re lo porta al, palazzo, lo presenta alla sua figliola, e gli dice alla su' figliola: " Guardate, figliola mia, questo è quel giovane che veniva a chiedervi in isposa, se vi piace ".
La Golpe la gli dice: " Se questo giovane non parla tanto, sarà il disturbo dell'acqua ".
Il re dà ordine al servitore, che quando gli facevano il letto a questo giovane gli mettessero un paio di lenzuoli grossi grossi: " Se è un contadino, ci se ne avvede, perchè si butta giù e dorme ". E costì lo mandarono a letto questo povero figliolo.
La Golpe, quando fu andato a letto il citto, la va dal re e gli dice: " Signora Altezza, si contenta che do la buona notte al mio padrone? " - " Vai, vai, Golpe ".
La Golpe, furba, la s'avvede che questi avevano messi i lenzuoli più grossi. La va da questo giovane, e la gli dice: " Tieni questo chicco di panìco; tienlo tutta la notte in mano; bada di non lo perdere, che se no, il re ci ammazza tutti e due ". (La dice lei: - Così tutta la notte sta sveglio. -) " Ma bada 'un ti addormentare "; la gli
dice.
Questo povero citto, considerate, tutta la notte spasseggiava per camera con questo chicco di panìco in mano; 'un dormì punto punto.
Il re aveva dato ordine alle guardie, che stassero alla porta a sentire se dormiva; la mattina glielo avessero detto.
Si fece giorno; le guardie andonno da il re, e gli dissero che questo giovane aveva spasseggiato tutta la notte per camera.
Lui diede ordine che gli avessero messo un paio di lenzoli fini, i più fini che ci avessero in palazzo. La cara Golpe, la sente queste parole. Furba quella golpina! Stasera lo Castigherò io!' - Questo citto si leva; il re gli dà il buon giorno, e gli domanda se ha riposato bene; questo citto gli risponde di sì. Il re si messe a chiedere tutte le sue scuse, perchè la servitù si aveva sbagliato a' mettere i lenzuoli; questa sera, che ci aveva badato da sè, glieli metteva meglio.
Sappiate che il tempo delle novelle passa presto. Si ritorna alla sera per andare a letto. Quando questo citto fu andato a letto, la Golpe fa la solita storia, la domanda a il re, se doveva dare la buona notte a il su' padrone.
" Vai, vai, Golpe ".
La va da questo citto: " Senti: tu pò andare a letto, ma tieni questo lupino; anche se tu lo perdi n'il letto, domattina si ritrova' ".
Questo citto, figuratevi: in questi lenzuoli fini 'un ci aveva mai dormito; si buttò giù come morto. Le guardie erano all'uscio che sentivano; vanno da il re, gli dicono: " Ah Sor'Altezza! quel giovine ha dormito tutta la notte ".
La Golpe la mattina la va da il re, e gli dice che oggi poteva preparare il seguito, chè il giovane avrebbe portato via la sposa. Il re preparò il seguito delle carrozze, tutti i signori che avevano invitato. La Golpe la va da questo giovane: " Senti: oggi si parte; io non vengo in carrozza; tu devi stare attento dove vado io ".
" Ma dove tu mi porti, dimmi? Dove mi devi menare? Ci ammazzano tutti e due ".
Cioè: gliela farò al re.
Siccome il giovane non intendeva nulla, così la volpe non lo metteva a parte del suo pensiero. Gli comanda perciò una cosa insignificante, per non insospettirlo.
" No: fa' quello che ti dico io; poi 'un ci ammazzeranno ".
Quando era accosto alla Golpe, che c'era anche il re, questo giovane grullo fa alla Golpe: " Ma i mi' cenci?' ".
" Stai zitto, se no ci ammazzano ".
Il re gli fa alla Golpe: " Cosa ha detto quel giovane? cosa ha detto? ".
" Nulla> nulla, Signora Altezza; la pensa a il su' cavallo, che è morto nella piena ".
" Ma no signore, 'un ci dovete pensare; nella mia cavalleria ce n'è tanti meglio di quello che avevi voi ".
E così attacca tutto il seguito, e partono.
Questo citto, che era accanto alla sposa, un gli faceva mai mai una parola, per stare attento alla Golpe. La figliola d'il re diceva: " Oh padre mio! che zoccolone ch'egli è! 'Un mi fa mai una parola ".
Lasciamo il seguito delle carrozze e torniamo alla Golpe, che fuggiva sempre avanti.
Questa Golpe la trovò un prato di pastori, chi sonava, chi cantava, chi ballava, tutti ne facevano una; con un branco di pecore, di capre, di bestiame. Quando veddero la Golpe: " Oh Golpe, icchè tu fai, che è tanto 'un ti s'è visto? ".
" Ah vu' cantate, minchioni! Se sapessi chi c'è quaggiù, vu' 'un canteressi ".
" Dicci, Golpe, chi c'è? diccelo ".
" Ah vu' siete tanto ignoranti: 'un vo' dir nulla. Sentite: e' c'è quaggiù l'esercito; se vu' 'un dite come io v'insegnerò, vi faranno la cocuzza a tutti ".
" Oh! Golpina, dicci, dicci come si deve dire! ".
" Sentite: quando passano di qui, se vi dicono: Oh pastori, di chi è tutto cotesto bestiame? e voialtri dovete rispondere: L'è del sor Pasquale Del Tigna ".
" Lo diremo sicuro, Golpina; figurati se ci preme di non morire! ".
Lasciamo la Golpe, e torniamo al seguito di carrozze.
Passan di qui da questi pastori. " 0 pastori, di chi tutto questo bestiame? " gli dicono que' signori. Questi rispondono: " L'è del sor Pasquale Del Tigna ". Tutti avviarono a dire: " Viva il sor Pasquale Del Tigna! l'è un gran riccone ". Lo sposo impaurito 'un rispondeva neppure, un faceva che guardare la Golpe dove lo menava.
Lasciamo il seguito delle carrozze, e torniamo alla Golpe, chè la Golpe camminava. Trovò un fiume; ci sarà stato un cento di donne che lavavano il bucato, tutte di un padrone erano.
Sapete che le donne non istanno mai zitte; chi dice una cosa, chi dice un'altra; tutte chiacchieravano. Passa la Golpe e la gli dice: " Donnine, vu' chiacchierate tutte allegre, ma se sapessi chi c'è quaggiù, 'un chiacchiereressi. E' c'è l'esercito! Se vu' 'un dite come dico io, vi fanno la cocuzza a tutte ".
" 0 Golpina> dicci come s'ha a dire; figurati se s'ha paura di morire!... ".
vu' siete tanto ignoranti, 'un vi vo' dir nulla ".
"Diccelo, diccelo, Golpina ".
" Sentite: se vi domandano di chi sono tutti questi panni, voi dovete dire che sono del sor Pasquale Del Tigna ".
" SI ".
Lasciamo la Golpe, e torniamo al seguito delle carrozze. Questi vedono tutte queste donne, questi signori.
" 0 donnine, di chi sono tutti questi panni? ". Risposero: " Sono del sor Pasquale Del Tígna ". " Evviva il sor Pasquale Del Tígna! ". Questo povero citto 'un guardava nissuno in viso.
La sposa la si volta a il babbo, e la gli dice: " Oh babbo mio, che sposo ignorante che 'un parla mai! ".
" Figliola mia, abbiate pazienza: con il disturbo che ha avuto 'un potrà parlare ".
Lasciamo gli sposi e torniamo alla Golpe, che sempre camminava avanti delle carrozze.
Questa Golpe la entrò in una gran villa, ma bella, bella,, bella. Il citto sempre attento alla su' cara Golpe. In questa villa ci stava marito e moglie, ma vecchi, vecchi, vecchi; e questo signore si chiamava il sor Pasquale Del Tigna. La Golpe la va su da questi du' vecchi.
" 0 Golpe cosa tu fai? L'è tanto che non ti s'era veduto; stai bene? ".
" Io sono venuta a portargli una cattiva notizia; se sapesse chi c'è quaggiù! ".
" Chi c'è quaggiù? ".
" La senta. c'è l'esercito; hanno fatto idea di fermarsi qui ".
" Oh Golpe, dove si deve entrare? Senti: s'anderà in cantina ".
"No, se hanno sete, vanno a pigliare il vino, e li vedono ".
" Senti, s'anderà su nel granaio ".
" Neppure; c'è tanti cavalli, anderanno a prendere della bíada; li vedono ".
" 0 dove si deve andare, Golpe? ".
" La senta: e' n'ho pensata una bella io. 'Un ci hanno il pagliaio? Hanno a fare una buca n'il pagliaio, metterci il mangiare per otto giorni, e chiudersi dentro. Più di otto giorni 'un ci starà l'esercito ".
La Golpe fece una buca n'il pagliaio, ci messe da mangiare, e li messe dentro questi vecchi, e poi li chiuse.
Torniamo al seguito delle carrozze. Questo giovane che aveva veduto entrare la Golpe, fa fermare il seguito alla villa. Scendono, e salgono SU, e trovano la Golpe a mezzo di sala. Si rinfrescarono ben bene e poi avviarono a fare de' giochi di sala, a cantare, a ballare, a sonare. Lo sposo contento di aver veduto dov'era andato.
Il re rimase stupito di questo gran signore che avea questa bella roba.
Tutti avevano fatto un gioco.
Viene la Golpe: " 0 cari signori, tutti hanno fatto un gioco, ne voglio fare uno io, che sarà molto divertevole ".
" Brava Golpe! Fanne uno te, che si veda ".
La Golpe prende una gran manciata di paglia, e dà
fuoco al pagliaio, che c'era dentro i vecchi.
Tutti a battere la mano alla Golpe: " Brava Golpe, come tu ha' fatto bene! ".
I du' vecchi, quando bruciò tutto il pagliaio, rimasero a denti secchi.
Si diede per tre giorni mangiare e bere a chi andava a questa villa. Il re ritornò a casa sua, e lasciò lo sposo con la sposa lì, e la cara Golpe.
Lì se ne stiedero e se ne godiedero
Niente a me mi diedero.
Pratoveccbio.'
Varianti e Riscontri
GUGLIELMO PATTA E LA SUA GATTA (Livorno). - Un cíabattino lascia al figliuolo più piccolo una gatta, la q ' uale riesce a fare sposare al padron@ la figlia del re. Poi lo conduce nel palazzo del leone e della leonessa, che fa chiudere nel forno e bruciare. In ricompensa la gatta chiede a Guglielmo un monumento nel giardino alla sua morte; Guglielmo invece la fa gettare nella spazzatura. La gatta risuscita, e gli fa sapere che egli, Guglielmo, uomo è stato, ed uomo ritorna.
Nel Re Messemi-gli-becca-'I-fumo della Novellaia fiorentina dell'IMBRIANI la gatta va dal re a domandare soccorso per il suo padrone cascato nel fosso; poi gli va a domandare il misurino per misurare le monete del suo padrone e finalmente fa sposare a questo la figliuola del re, e gliela fa condurre in un palazzo che sorge per virtù magica, palazzo che sparisce per la ingratitudine di Re Messemi-gli-becca-'I-fumo nel non dare sepoltura alla g@ttina. Si avvicinano molto a questa versione le seguenti: Von Conte Píro, n. 65 di GONZENBACH; Don Giuvanní Misiranti, Don Giuseppi Piru, e in parte anche Lu cani 'nlatatu, nn. LXXXVII, LXXXVIII, LXXXIX delle Fiabe siciliane; Gagliulo tratt. 4, giorn. Il del BASILE: " Gagliufo pe 'nustria de na Gatta lassatole da lo Patre, deventa signore, ma mostrannosele sgrato, l'è renfacciata la sgratetudene soia ". (Questa novella venne riprodotta dal GRADI nel suo Saggio di Letture varie col titolo: La gatta di Masino); Graf Martin von der Katz, n. 43 dello SCHNELLER (nella cui n. 44 un gallo e un gatto prestano i più bei servigi a un giovane), e XI. I, delle Tredici Notti dello STRAPPAROLA: Soriana viene a morte e lascia tre figliuoli: Dusolino, Tesifone e Costantino Fortunato, il quale per virtù di una gatta acquista un potente regno. 'Una versione abruzzese di Palena è in FIP4AMORE, Novelle, n. XLVI: ju latte de Dun Giuuanne de Lupine, ed una di Bugnara, Sulmona, ec. in DE NINO, Fiabe, n. LIII: Barone Caiuso.
Una gatta benefica costituisce il fondo della Jatta e u padrone beneventana del CORAZZINI Componimenti minori, pag. 452.
Per altri riscontri europei vedi KlbHLER, nota al 65 dei Sícil. Márcben: e per parziali riscontri, le mie Fiabe, vol. II, pag. 279.
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