Don Giovanni



Era così una volta marito e moglie, e avevano un figliolo che si chiamava Giovanni: non aveva altro che divertimenti, chiasso, donne, e a Dio 'un ci pensava punto, ma era ricchissimo. Venne un tempo, s'ammalò la sua mamma, e la morì. Dopo, lui seguitò a star la notte fori. Venne un tempo, s'ammalò anche il babbo, e morì. E allora bisognava vedere: allegrie, feste, balli, sciupare quattrini, bestemmiare; insomma tutte le brutte cose che possono essere nel mondo, lui le faceva, ecco; lui si poteva chiamare preso dal diavolo. Tutti prendevano a correggerlo, ma lui rispondeva che, morti che si era, 'un c'era più nulla.
Finalmente s'ammalò anche lui, e sentiva una voce: " Don Giovanni, pentiti! ".
" Non mi voglio pentire ".
" Don Giovanni, pentiti! ".
" Non mi voglio pentíre ".
" Don Giovanni, pentiti! ".
" Non mi voglio pentire, neppure se venisse giù tutto l'inferno e il paradiso! ".
Appena ebbe detto questo, tutti i diavoli vennero, e lo fecero girare tutta la città, e poi si vedde aprire di mezzo alla strada, e poi giù allo inferno.
Dunque dico: date retta, cristiani: a dar retta alle cose del mondo, tutti si va allo inferno.
Fabbriche.'

Varianti e Riscontri

In Toscana non è questa certamente la sola traccia rimasta della splendida creazione spagnuola. Una pietosa storia in versi canta di un certo Leonzio superbo signore, che non credeva nella vita futura, e faceva bastonare i preti, i frati e i poveri,

perchè li rassomigliava a' topi. t Un giorno avendo beffato in un cimitero un teschio umano,

ed invitatolo a pranzo, l'ombra dello zio, di cui era quel teschio, venne a picchiare alla sua casa, e poi lo portò all'infemo. I topi rosicchiarono tutto quello che c'era nel palazzo. La leggenda termina con questo insegnamento.
Fratelli, amate i poveri con desio, Fate la carità, temete Iddio!

E questa storia corte in un libretto popolare stampato in varie parti d'Italia coi titolo: Storia esemplare, la quale tratta di un uomo per nome Leonzio che stava sempre in allegria.
Una versione veneziana è nelle Leggende fantastiche del BERNONI, n. VII: De on signor che gá dà 'na peada a on cragno da morto. E si canta pure nel Ferrarese; vedi nella Rivista di filologia romanza di Roma, vol. 11, fase. III, IV, il Saggio di canti pop. raccolti a Pontelagoscuro da G. FERRARO, n. XIX: La testa di morto; in Istria, IVE, Canti pop. istriani (Torino 1877), cap. XXV, n. 6: Lionzo; e in Sicilia, SALOMONEMARINO, Leggende pop. sicil., XXVI: Lionziu. Il nostro Don Giovanni corre forse in tutta Italia, divulgato in gran parte dal teatro, come in Sicilia, ove la storia di Don Giovanni Tenorio è stata riprodotta sempre dalla così detta Opra di li pupi, cioè dal teatrino delle marionette; ed è proverbiale la frase italiana anche presso il volgo: " Pentiti, Don Giovanni! ". La stessa storiella nostra diede la BUSK nel Folk-lore of Rome: Don Giovanni. E giova ravvicinarla a quella del famoso bandito Giuseppe Mastrilli, la quale corre in libretti popolari che si ristampano in Napoli, Milano, Bologna, Venezia, cc.; e a quella data da TULLio DANDOLO nell'opera Monacbismo e Leggende, pagg. 314, 315. Qualche cosa anche di simile dev'essere nello Specchio di vera penitenza del PASSAVANTI.
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