I du' gobbi



C'era du' gobbi, du' fratelli. Uno di questi, il più giovine: - lo voglio andare a far fortuna. - Dunque via, e si mette in viaggio. Cammina, cammina, cammina; dal tanto camminare si sperde, e si trova in un bosco.
Icche debbo fare? Se venissero gli assassini, mi trovano... E' meglio che salga su quest'albero.
Quando l'è lì, sente romore: - 0 Dío mio, eccoli...
Invece vidde sortire da una buca tutte vecchíne, che andavano a processione, e cantavano: Sabato e Domenica.

Lui di lassù rispose: " E Lunedì ".
" Oh chi è stato quest'angelo che ha detto questa bella cosa? A noialtre 'un ci riesciva di dirlo ". E allora si rimettono a cantare: Sabato e Domenica!... E lui rispondeva:
" E lunedì ".
Finalmente queste vecchine, gira gira, lo veggono su quest'albero. Lui ebbe una gran paura; dice: " Oh, per carità, 'un m'ammazzate; io credeva 'un far nulla di male, e mi è scappato detto ".
" Anzi scendi; chiedi qualunque grazia, e noi la ti si farà ".
Il gobbino scese dall'albero.
" Chiedi! ".
" lo 'un ho niente da chiedere; sono un pover omo; un chiederei altro mi fosse levato questo gobbo, perchè tutti i ragazzi mi canzonano ".
" La grazia tu l'avrai ".
Gli pigliano il gobbo, e l'attaccano all'albero.
E costì torna al suo paese contento, tutti 'un lo conoscono più. Va a casa; il su' fratello: " Oh' ma non sei te? ". " Son io... lo vedi come son bello! ".
" Ma in che maniera? "
" Sta' a sentire "; e gli raccontò tutto il fatto come era stato.
" Oh! ci voglio andare anch'io ".
" Ma bada, 'un te lo levano anche a te; sarà difficile ".
" Io vo' provare ".
Quest'altro gobbo si mette in viaggio, e arriva in quel bosco, e sale su quell'albero. Alla medesima ora, ecco che sorte fori le solite vecchine che cantavano: Sabato, Domenica e Lunedì.
Ecco che lui gli risponde: " E Martedì " (ma 'un ci torna più il verso: il verso rimane subito spezzato). Allora queste vecchie tutte invelenite: " Chi è quest'infame, quest'assassino? 'n ci torna più il nostro verso; se si trova, si vole ammazzare ". Alla fine lo veggono sopra l'albero: " Scendi! " - " 'Un voglio scendere ". - " Scendi: 'un ti si farà niente ". Ecco che lui scende; vanno a pigliare quell'altro gobbo del primo, del su' fratello, e l'attaccano a lui. " Questo è il castigo che ti si è dato! ".
Questo povero gobbo se ne andiede a casa; ma cosa poteva fare? 'un se lo poteva più rilevare.

Stretta è la foglia, e larga la via, Dite la vostra, chè ho detto la mia.

Firenze.'

Varianti e Riscontri

Si hanno di questa novellina versioni: fiorentina in Imbriani, Nov. fior., n. XIV e 2' ediz. XLIII: I due gobbi; senese in GRADI, Saggio di letture varie, pag. 125: Novella de' due gobbi; romana in BUSK, The Folk-Lore of Rome: The two buncbbacked Brotbers; siciliana nelle mie Fiabe, n. LXIV: Lu scarparu e li diavuti. Tra' letterati presero questa novella dal
popolo, senza dirne niente a nessuno, F. REDI in una lettera del 25 genn. 1639 al dottor Lorenzo Bellini in Pisa (la cui versione confronta solo in parte con la nostra); G. Gozzi, ne' Due gobbi; PIETRO PIPERNO, De nuce Benevetítana, pagine 71-74: De Gibboso vi Doemotiis mutato in arenationem, seu ante pectus in convivio nticis Beneventanae mag.; racconto che si trova riferito nelle cennate Fiabe siciliane IV, pagg. 433, 434; nella quale raccolta Il, n. LXIII e nota, come nelle Cento Novelle del SOMMA, pag. 93 e in BERNONI, Trad. pop. ven., Pag. ven., pag. 3: I @inque brazzí de tela si trovano esempi della varia fortuna trovata presso le fate o le streghe da due, ora uomini, ora donne.

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