Fa-bene e Fa-male



C'erano una volta du' giovani fidi chiamati Fa-bene e Fa-male.
Fa-bene diceva a Fa-male che gli dèsse retta a' su' consigli. I danari che guadagnava li spendeva tutti per Fa-male; alla fine Fa-bene rimase povero di tutto.
Fa-male non sapeva che altro fare a Fa-bene; lo portò in una gran boscaglia, e lo accecò.
Fa-bene trovandosi alla notte scura, non sapendo dove ricoverarsi, si ricoverò dentro il noce di Benevento. Alla mezzanotte comparve tante streghe; arrivò lo stregone e disse: " Ditemi quello che avete fatto di malie ". Le streghe dissero che avevano fatto del male a tanti bambini e a tante donne.
Una di quelle disse: " I' ho fatto la malia alla figliola d'il re di Portogallo, che è per morire ".
Rispose lo stregone: " Che mezzo ci sarebbe per farla guarire? ".
" Andare nel giardino d'il re, scalzare la più bella pianta che lui ci abbia: a' piedi di quella pianta c'è un rospo; pigliate quel rospo, struggerlo con l'olio; in tempo otto giorni sarebbe bella e guarita ".
Un'altra rispose: " Io l'ho fatta più bella di te ".
Rispose lo stregone e disse: " Parla, se tu l'hai fatta più bella ".
" Vedi tu quella fontana che butta l'acqua gialla? tutti
icechi, lavandocisi, li fa illuminare, e così le foglie asciugandocisi ". t
Disse lo stregone: " Sì, questa è la più bella di tutte le altre ".
La mattina sul far del giorno scapparono tutti via, miagolando come i gatti. Disse Fa-bene: - Ora sì che sono contento che ho trovato il mezzo; e felice mi trovo per riavere la vista degli occhi! -
Sente cantare un pastore e lo chiama fortemente.
" Vien qua, ragazzo mio, portami a quella fontana, chè ho tanta sete e non posso respirare ".
Rispose il pastore: " Quell'acqua fa scoppiare subito ".
Dice: " Non importa; portamici, chè io sono contento ".
Lo prese e lo inviò alla fontana. Dice Fa-bene: " Quando sarai lontano da me, canta, che io sentirò quanto sei lontano ".
Disse il pastore: " Pover'omo! come vi siete condotto dentro questa boscaglia? ".
" Sono gli amici che mi hanno condotto così ".
Lo ringraziò, e lì lo lasciò.'
Si mise a cantare il pastore; lui la sentì la lontananza: allora cominciò a stropicciarsi gli occhi con quell'acqua, e con le foglie se li rasciugò; in pochissimi minuti gli ritornò la vista. E costì ringraziò il Cielo per la consolazione; prese diverse bocce di quell'acqua e diverse foglie, e se ne andò girando il mondo.
Camminando, faceva tornare la vista a' cechi. Si produsse nella città di Portogallo' e faceva anche lì ritornare la vista. In quella città andò ad alloggio in una locanda, e disse che era un professore di medicina.
Il locandiere subito passò la parola a il re. Il re gli rispose: " Chi piglia l'impegno di guarire mia figlia e non la guarisce, pena la vita ". Rispose il locandiere: " Io gli., parlerò a questo professore, e le porterò la risposta ".
Disse il giovane a il locandiere: " Cos'è questa città tutta disturbata? ".
" La figlia d'il re è per morire ".
" Io prenderei l'impegno di guarirla in tempo otto giorni ".
Rispose, e gli disse il locandiere che chi piglia l'impegno e non la guarisce, pena la vita.
" Io prendo l'impegno di guarirla, e metto in pegno la mia vita; basta mi día'tutto quello che io gli chiedo ".
Il locandiere andò, e passò parola a il re, che questo forestiero avrebbe preso l'impegno di farla guarire la su' figliola.
Il giovane si presentò da il re, che disse: " Voi siete quel giovane che volete guarire la mia figlia? ".
" Altezza sì: io sono quel giovane, che io la guarisco positivamente in tempo otto giorni, basta che la mi dia tutto quello che io le chiedo ".
" Chiedi, che avrai tutto; e pena la testa se tu non la guarirai. Giura su questa spada ".
E lui giurò: " Basta che mi dia quello che io gli chiedo. E il danaro che mi darà quando l'avrò guarita? ".
" Ti do la figlia in isposa, e tutto il mio regno. Altri sessanta professori, sappi, che gli ho tagliato la testa, perchè un sono stati capaci ".
" Sì, io sono capace e le ripeto che mi tagli la testa se 'un la guarisco ".
Il giorno dopo andò n'il giardino, e disse al giardiniere: " Prendi codesta zappa e vien con me. Dimmi qual è la più bella pianta di fiori di questo giardino; e 'un m'ingannare "Questa è la più bella, e la più di pregio ".
"Prendi la zappa e scalzala tutta; e fa' perbene per non la sciupare ".
Rispose il giardiniere: " Se mi sciupa questa bella pianta, mi rovina il mio giardino ".
" Ordine del re, non perdere più tempo ".
Quando l'ebbero scalzata, c'era un rospo fuor di misura; lo presero e lo portarono nel palazzo reale. Lui messe tant'olío dentro un pentolo, e lì lo fece bollire.
Il re, che stava alla finestra, diceva: - Se gli altri son morti in tempo di otto giorni, questo morirà in tempo tre giorni; mi pare che faccia per perdere il tempo inutilmente. -
Il terzo giorno poi si fa dare diversi vasi di latte, e lo mischiò tutto insieme con quest'olio, che c'era stato cotto il rospo.
E costì si presentò il re, e gli disse: " Cosa fa lei che non vòl guarire mia figlia? C'è solamente quattro giorni ".
Gli rispose: " Non dubiti altro; l'ottavo giorno, la sarà a pranzo con lei ".
Il quinto giorno fece tutti i servitori ed il re ritirare dalla camera, e chiudere benissimo le porte; prese la ragazza, l'unse dal capo insino al petto stropicciandola continuamente. Il sesto giorno l'unse da il petto alle ginocchia. Il settimo l'unse tutta e la fece alzare.
Dice la figlia: " Benedetto tu sia da Dio, che siei venuto in questa città; che mi hai levato da tante pene, che erano da lungo tempo! ". Lui sonò il campanello, e chiamò il re:
" Guardi sua figlia ", disse, " che è levata e sta in sieda ". Il re meravigliato: " Ti ringrazio tanto; non ho patrimonio bastante per pagarti; nemmeno il mio regno, nemmeno la mia figlia, che mi hai levato da tante pene, e l'hai rimessa in salute ".
L'ottavo giorno la prese a braccetto, e la portò a tavola. Sua madre moltissimo contenta gli disse: " Vi ringrazio, mio signore; voi siete venuto proprio in questo palazzo per fare il bene, ben presto vo' sarete il mio genero ".
A pranzo fecero il contratto quando dovevano sposarsi. Tempo du' mesi fecero il matrimonio. Otto giorni avanti cominciarono le feste nella città.
Fa-male sentendo che la figlia d'il re era sposa, si produsse in quella città. Vedendo che allo sposalizio c'era Fabene, fece passar parola se poteva parlare a il re (chè Fabene era bello e doventato regnante). Dice Fa-male:
" Tu che siei quello che hai sposato la figlia di il re? ". " Sì, io son quello, e sono il tuo regnante ". " Come hai fatto a salire in trono? ". " Ho guarito la figlia d'il re. Se tu vuoi venire a stare con me, non ti tratterò come servo, ma come fratello ".
Rispose Fa-male: " No, no davvero, che io non voglio restare sottoposto ad un amico mio (che in cuore gli portava tanto odio!); tu mi hai a dire chi ti ha fatto rimettere la vista degli occhi, se no ti taglio la testa".
Fa-bene, che pensava sempre a far d'il bene, disse: " Mi lasciasti là in quella boscaglia dopo accecato, vedesti tu quell'albero molto grande? L'era il noce di Benevento, e lì il
  • Venerdì notte ci va tutte le streghe con lo stregone, e parlano di queste stregonerie. Stiedi attento di quello che dicevano, e parlarono di rimetter la vista degli occhi e di guarire la figlia d'il re di Portogallo ".
    Fa-male disse: " Addio, amico, anch'io ci voglio andare;
    mi voglio far regnante, e diventare al pari di te ". Gli disse addio e s'inviò, e andò dentro a quel nocio.
    Eccoti a mezzanotte comparve lo stregone con tutte le streghe, e dicevano quello che aveva fatto di stregonerie. Una disse che aveva ammazzato una donna con il bambino. Le altre dicevano che avevano fatto altre stregonerie., Il capo stregone disse: " Non discorrete tanto; parlate piano, che c'è gente che ci sentono: le vostre malie sono state di già scoperte: la figliola d'il re di Portogallo l'è guarita, e quella fontana là d'acqua gialla non ha più la virtù di una volta: che ha guarito de' ciechi ... ; è scoperta la malia ".
    Le streghe che sentirono di essere scoperte delle su' malie, s'insospettirono, e dissero: " Qui c'è gente che ci debbono sentire; ma se si trovano, se ne farà quasi finire la vita ".
    Scesero tutte con lo stregone e circondarono il nocio, e trovarono quel povero sfortunato, lo graffiarono tutto, che gli portarono via tutta la pelle. Dissero: " Tu siei quello che hai scoperto tutte le nostre malie ' ma non te ne tornerà più voglia di ascoltare noialtri ".
    Disse lo stregone che con i suoi libri sapeva tutto: " Prendete lo esempio, che chi fa bene ha sempre bene, e chi fa del male ha sempre del male ".
  • Terrine


    Varianti e Riscontri

    Un perfetto riscontro è 'o cunto d' 'e duie compare di San Felice a Cancello presso Arienzo in Terra di Lavoro, pubblicato da L. CORRERA in Napoli, Tip. Carluccio 1884.
    Si accosta molto, toltane la parte morale, a Petru lu massariatu, n. XXVI delle Fiabe siciliane. Pel conciliabolo de' demonii sotto l'albero vedi nella stessa raccolta, n. LXV: Li
    dui cumpari; in questa nostra n. IV, Coscia di monaca; in IMBRIANI, Nov. milan., nn. X e XXIV. La varia sorte toccata a' due giovani fidi richiama a quella de' noti Due gobbi della Novell. fior. dell'IMBRIANi n. XIV, e del Saggio di Letture varie per i giovani del GRADI, allo Scarparu e li diavuli delle mie cennate Fiabe n. LXIV ai Due gobbi di G. Gozzi, alla novella simile del REDI e aá altra di M. SOMMA, nei Cento racconti, pag. 93.

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