Il citto che va a cercare il Paradiso



C'era una volta una donna. Questa donna era vedova, aveva un citto, e aveva tre o quattro cioncolini;' questa donna li mandava a badare per questo citto. Una mattina questo citto si leva, piglia i suoi porcellini e va a pararli.' Sapete che i cionchi camminano, non stanno fermi come le pecore; si ritrovò vicino lì a una chiesa e sentiva sonare a predica. I maiali gli s'erano un pochino accoccolati. - Tanto i miei maiali un poco stanno boni; vo' andare a sentire un po' di predica. -
Egli entrò in chiesa questo citto, e diceva il predicatore: - Chi vole andare in paradiso, vada per la strada diritta; - il predicatore intendeva di andare diritti, di non far del male.
Ma questo citto disse: - lo voglio andare a casa, voglio posare i miei cioncoli; voglio andare per la strada diritta a trovare il paradiso. -
Va a casa: " Sapete, mamma! io voglio andare a trovare il paradiso ".
" 0 dove tu vòi andare? ".
" Sì, io voglio andar via ". E andò via, e prese la strada diritta. Cammina, cammina, cascò in terra, si rompiede il
collo; si rizzò, e andò via.
Per tornare un passo addreto, avea preso tre o quattro pani; era tanto che camminava: il pane era fìnito, e príncipiava la fame. Vedde una donna che portava da mangiare
all'opere.
" 0 quella donnal Mi sento tanta fame; mi date un pochino di pane? ".
" Vien quaggiù a pigliarlo ".
che io 'un voglio venire, che io perdo la strada ".
"Neppure io te lo porto costassù ".
allora me ne anderò via ".
Questo qui seguitava sempre la strada; quando ebbe camminato un pezzo che non stava più ritto dalla fame trovò un barrocciaio, e disse:
" Oh barrocciaio, quanto c'è da qui a andare a paradiso? ".
" C'è poco; monta su il mio barroccio, ti ci porto io ".
Sícchè questo citto montò su il barroccio, e via via. Arrivarono a un convento di frati, che chiamavano Paradiso quel convento.
Picchiò questo citto; venne un frate: " Cosa tu vuoi, citto? ".
" lo voglio venire in paradiso ".
" Sicuro, vieni poerino "; e lo fecero passare là dentro; gli consegnarono una bella stanzina che stèsse lì lui; e gli portarono da desinare lì. Questo citto li aiutava a lavorare a questi frati, e ci stava volentieri, non voglio dire quanto.
Un giorno era lì che mangiava da sè; alzò gli occhi, e vedde un crocifisso secco secco lassù attaccato.
" 0 te, cosa tu fai costassù? 'Un ti hanno dato mai da mangiare. Scendi giù: vieni a mangiare qui con me ".
Sicchè questo crocifisso uscì dalla croce, e andò a tavola a mangiare.
" Oh Dio mio! che fame che tu avevi! Quanto hai tu mangiato! ".
Ifrati lo sentivano discorrere questo citto, e stiedero alla porta per diversi giorni per sentire chi ci aveva.
Il padre guardiano, chiamato da un frate, vedde che ci aveva questo crocifisso a mangiare con sè, e gli disse: " Bambino, che ci porti con te domani a desinare? ".
" Cheh! 'un posso portarvi a desinare, perchè domani non ci sono "; perchè Gesù gli aveva promesso di portarlo in paradiso.
Questi frati tutto il giorno non lo veddero mai; la notte Gesù lo aveva fatto morire, e loro si diedero a sfondare la stanza, e veddero questo citto ritto sopra una tavola tutto vestito d'oro. I frati rimasero in estasi; il citto cacciò un volo, e sfondò il tetto e volò in paradiso.
La su' mamma, poerina, era tanto che non avea veduto il su' figliolo, si era messa in cerca: era tanto che girava, la va da questi frati a domandare se c'era passato un bambino.
Il frate risponde: " Lo credo pur troppo se c'è passato; l'è andato in paradiso! ".
Questa donna, poerina, se ne tornò a casa, si messe a piangere, e dalla passione se ne morì.

Stretta è la foglia e larga la via,
Dite la vostra, chè ho detto la mia.

Pratovecchio.'


Varianti e Riscontri

Un riscontro siciliano è in GONZENBACH, SiC Márch., n. 86: Von dem Irommen Kinde; e un'altra di Polizzi nelle mie Fiabe siciliane, n. CXII: Lu puvireddu. Una versione tirolese diedene SCHNELLER, Márchen und Sagen aus Wálscbtirol> n.
Der Herrgott von Báucblein.

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