La favola del falchetto



Un giorno Falchetto vidde in un fiume certe donne gnude che si bagnavano, e non gli si vedeva altro che le spalle.        (Queste erano le fate). Falchetto avrebbe voluto coprirle,ma 'un aveva coraggio di tuffarsi nell'acqua. Finalmente c'era una pianta di fico, vi montò sopra, prese molte
foglie, e gli dice a queste donne:
"Donnine, vi brucerà il sole? ".
".

"Allora prendete queste foglie di fico ".
Le fate gli furono grate di questo pensiero.
" Che gli si dà a questo ragazzo, che è stato tanto premuroso? ".

Dopo averci pensato sopra, gli concessero che gli fosse riescito tutto quello che lui voleva; e costì lo lasciarono. Dunque Falchetto andò in un bosco, e tagliò tanta legna che ne fece una ceppaia. Non c'era modo di poterle trasportare a casa; Falchetto vi montò sopra, e dice alle legna:
" Oh se voialtri portaste via me, non sarebbe una bella cosa! ".

Allora le legna cominciarono a camminare, e lui rideva come il grullo che l'era, e diceva:
" Oh, bene, bene! ".

Passò d'una città, tutti curiosi venivano a vederlo e rídevano; passò sotto la finestra della figlia del re, che rideva come gli altri. Falchetto a vedere ridere questa figlia del re, avviò a dire:

" Oh tu che ridi anche te, se tu ne facessi uno bello come me! ".

Finalmente tornò a casa, e la sua mamma rideva come una matta.

Intanto, dopo certo tempo, la figlia del re cominciò a sentirsi male; il medico s'accorse che l'era incinta, ma non sapeva come dirlo; finalmente la spiattellò tale e quale al padre; e lui ne rimase addolorato tanto. E di fatti dopo nove mesi, la figlia del re partorì. Partorì, e in corte cominciarono a scalzare chi mai avesse potuto essere il padre. Nulla! Incantarono il bambino, gli fecero passare davanti tutti i signori del regno, ma il bambino nessuno riconosceva per suo padre. Si tentò in altre maniere, ma inutilmente. Allora si chiamò alla corte poveri e ricchi, e si presentarono al bambino. All'ultimo restava Falchetto, che era lì ad aspettare sudicio e cencioso. - Possibile! - diceva il re, - che questo possa essere il damo di mia figlia!
Invece fu quello che il bambino indicò per suo babbo.
Figuriamoci lo scandalo de Ila corte! Tutti dicevano che Falchetto meritava la morte, ma poi fu preso un grosso tino, di sopra e di sotto coperto di pecia, ci fu messo dentro Falchetto, la figliola d'il re, il figliolo e poi buttato nella Tòrrite.'
La povera regina piangeva a caldi occhi; invece Falchetto rideva e saltava come un matto, contento di tre fiaschi di vino e del pane che gli avevano messo nel tino. Dopo piangere e piangere, la figliola del re cominciò a rassegnarsi, ed avendo attaccato discorso con Falchetto, cominciò a scalzarlo per sapere, almeno, perchè era stata condannata a quella morte terribile; e Falchetto gli raccontò l'avventura delle fate.
" Sai allora cosa devi fare? " gli disse la figliola del re; " devi ordinare al tino che si fermi ". E il tino si fermò al comando di Falchetto.
" Ordina ora al tino di trasportarci in un bel prato ". E il tino li trasportò in un bellissimo prato.
Dopo fece ordinare a Falchetto, che escisse un bel palazzo di sotterra per abitarvi, e che doventasse lui stesso un signore molto bello. Ed eccoti un palazzo bellissimo, che non s'era mai visto l'eguale, e Falchetto un bel giovane, ma un bellissimo giovane. E lei cominciò a volergli bene come a marito, e presto ebbe da lui tre figlioli.
Intanto la regina madre era morta poco dopo dal dolore, ed il povero re vivea malinconico e tormentato da' rimorsi. Un giorno per distrarsi pensò di andare a caccia.
La figliola del re sapeva tutto quello che succedeva in casa sua, per mezzo di Falchetto, che era un mago; ordinò dunque al marito di fare venire una gran pioggia.
Il re con il suo seguito fu costretto a cercare ricovero nel palazzo di Falchetto. La figliola lo ricevè col suo seguíto, e costì, chiacchierando, gli domandava al padre, se avesse avuto una figlia; e il vecchio diceva di averla avuta una figliola, e di averla condannata a morte. Allora la figliola si volle far conoscere al padre. I bambini vennero ad abbracciare le ginocchia del re, ed a chiamarlo nonno; e la figlia gli raccontò tutto Falchetto con la moglie, il socero, e i figli vissero sempre una vita di tutte le felicità.

Fabbricbe.

Varianti e Riscontri

Cfr. con Lu cuntu di Martinu, n. III delle Otto Fiabe e Novelle pop. sic. e con Lu loccu di li passuli e ficu delle mie Fiabe, n. CLXXXVIII; con Scioccolone del Folk-Lore of Rome della BUSK pag. 119; con Il matto della Tegna> n. 47 delle Fiabe mantovane del V1SENTINI', col Pervonto, I, 3 del Cunto de li cunti del BASILF; con la fav. I della III delle Tredici piacevoli Notti dello STRAPAROLA: " Pietro pazzo per virtù d'un pesce chiamato Tonno da lui preso, e da morte campato diviene savio, e piglia Luciana figliuola di Luciano in moglie, che prima per lui era gravida". Uno sciocco fortunato quanto il nostro Falchetto è Mammaciuco delle Novelline di S. Stefano,

XXVIII del DE GUBERNATIS.
Ci vuol poco a riconoscere in questa novella il mito di Danae gravida di Giove.

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