L'asino
C'era una volta un omo, che gli aveva un asino. Questo asino 'un aveva voglia di far nulla. Un giorno fece quest'omo: " Va' un po' dove tu vò', tu m'hai seccato, un ho da darti da mangiare. Va' alla macchia: c'è tanta roba ". Gli diede quattro bastonate, e lo mandò via.
Quest'asino, quando fu per la strada, trovò un montone. Gli dice: " Oh asino! " - " Oh montone! " " Dove tu vai? " - " Io ho tanta fame! vado alla macchía, per vedere se trovo qualche cosa ". - " Verrò anch'io ". - " Sì, gnamo ".
Quando ebbero camminato un altro po', trovonno un'anatra. Disse l'asino: " Oh anatra, dove tu vai? " " Eh! ho tanta fame, vo' a vedere se trova> qualche cosa da mangiare ". - " Vien via con noi, si va alla macchia: c'è tanta roba! mangerai anche te ". E via tutti e tre.
Quando ebbero camminato un pochino, trovonno du' cani: " Oh cani, addove vu' andate? " disse l'asino. " Si ha tanta fame, si va a vedere se si trova qualche cosa da mangiare ", dissero i cani. Disse l'asino: " Venite via con noi alla macchia: c'è tanta roba, vu' mangerete ".
Costì, andavano via tutti insieme. Quando ebbero camminato un altro pochino, trovonno un tacco' e un galletto:
Tacco, tacchino.
" 0 dove v'andate? " - " Oh! si ha tanta fame: si va a veder se si trova qualche cosa da mangiare ". - " Venite via con noi; si va alla macchia: c'è tanta roba da mangiare ".
Quando l'ebbero camminato un altro pochino, trovonno un gatto: " Oh gatto, dove tu vai? " - " Oh! io ho tanta fame: vo a vedere se trovo qualche cosa da mangiare! " - " Vien via con noi; si va alla macchia ' tu mangerai anche te, c'è tanta roba; ci sarà bestie morte.... " E costì andonno via tutte insieme queste bestie; quando funno per la strada, trovonno un fiume che c'era la piena. Disse l'asino: " I' ho le gambe lunghe, passo bene ". Il montone disse: " Anch'io passo bene ". L'anatra: " Anch'io, noto ". Il galletto: " Io volo ". I cani: " I' passo; si nota anche noi ". Il tacco: " I' volo ". E il gatto gli dissero: " E te, gatto, fa' cosa tu vòi ". (Il gatto 'un poteva passare). Questo povero gatto zitto zitto montò sopra la groppa d'il montone. Sicchè passonno tutti dall'altra parte.
Quando l'ebbero fatto un pochino di strada, dissero: " Ma quel povero gatto è rimasto laggiù solo! " Il tacco si volta, e vede il gatto: " Toh! eccolo lì ". - " Chi ti ha passato, gatto? " - " Da me, son passato ".
'Gli arrivonno alla macchia, che c'era una bella casa degli assassini. Alla casa degli assassini c'era una bucaiola. L'uscio era serrato. Dice l'asino: " Ora come si fa a passare? " Il gatto: " Vedete come si fa a passare; io passerò ". - " Oh gatto, aprici ", fecero. Il gatto andò su, e prese un pezzetto di ciccia, e andette alla finestra a mangiarla. Quell'altri ch'erano laggiù sotto a aspettare, facevano certi occhioni: " Oh gattino, aprici, che si ha tanta
fame! " Il gatto gli fece compassione, andò giù, e gli aprì l'uscio.
'Gli andonno su tutte queste bestie; mangia, mangia, e si fece buio. Disse l'asino: " Sentite: io vo nella stalla a dormire. Se viene gli assassini, gli do un paio di calci ". I cani dissero: " Noi s'anderà giù a piedi dell'uscio; così se vengono, gli si dà du' morsi noi ". Il montone: " I' anderò lassù in capo alle scale a dormire; quando vengono, gli darò de' cozzi ", L'anatra: " I' anderò giù in cantina drento una botte di vino; quando vengono a pigliare il vino, gli darò le aliate ". Il galletto e il tacco: " Noi s'anderà sopra le legna; così quando vengono a pigliar le legna, gli si darà de' pizzichi ". Il gatto disse: " lo starò n'il canto d'il foco; quando vengono a accendere il foco,graffi e morsi ".
Ecco la notte torna gli assassini. Gli assassini aprono l'uscio, entrano dentro. C'era questi du' cani: morsi, morsi!
Ah! che c'è? C'è il diavolol
Corrono su per andare in casa. Quando funno su per la scala, c'era il montone: cozzi, cozzi!
Vanno in cucina per accendere il lume. Fa uno: " Oh guarda! c'è ancora il foco. Lesto, accendi il lume ". Questo va, piglia uno zolfanello e lo mette agli occhi d'il gatto: credeva di accenderlo. (Sapete che gli occhi d'il gatto la sera pare du' carboni di foco). Questo gatto gli monta addosso: graffi, morsi. - Oh poeri a noi! - dissero gli assassini.
Vanno alle legne, per pigliar du' legni; e c'era il tacco e il pollo: pizzichi, zampate. - Gnamo in cantina a pigliare un po' di vino. - Vanno giù in cantina; c'era l'anatra: aliate, aliate!
Vanno nella stalla per rimettere il cavallo, e ci trovano
L'asino: calci calci! - Oh poeri a noi! - Disperati questi assassini l'ebbero a fuggire; e tutte queste bestie rimasero padroni di questa casa.
Lì se ne stiedero, e se ne godiedero, E niente a me mi diedero.
Se 'un son morti, ci saranno ancora.
Pratovecchio.
Varianti e Riscontri
Questa Tavoletta ha tre varianti siciliane: in GONZENBACH, n. 66: Von dem Habn der Pabst werden wollte; nelle mie Favolette pop. sicil.> n. III: La vurpi matandrina (Pal., 1882) e nelle Fiabe, n. CCLXXIX: Lu lupu e lu cardidduzzu; una variante veneziana è in BERNONI, Tradiz. pop. ven., pag. 69: El galo; una marchigiana in GIANANDREA, n. V: Le nozze de Treddici'; una tirolese in SCHNELLER, n. 41: Die Gevatter; una friulana in OSTERMANN: Il linguaggio de' bambini in Friuli, pag. 14 e seg. Udine, 1884. Altre versioni del restante d'Europa cita KBHLER a pag. 246 del volume Il de' Sicil. Márcben. La novellina che noi pubblichiamo somiglia per la prima metà alla prima metà dell'Acidduzzu, n. CCLXXVIII delle citate Fiabe siciliane, ove gli animali che s'incontrano e vanno in comitiva sono Comare Cocula, Comare Gallina, Compare Cane, Compare Gallo, Comare Volpe, Compare Lupo (vedi, del resto, le Fiabe siciliane, vol. IV pag. 415, numero CCLXXVIII) e a I' gallo a '1 paggliaio, n. XII delle Cincelle da bambini del NERUCCI.
indice
HOME