I frati
C'era una volta un omo. Quest'omo aveva moglie, e l'andava a pigliar acqua a il pozzo de' frati. Un giorno s'affacciò un frate alla finestra, e le disse: " Bon dì, madonna ". Questa donna, zitta.
La tornò a casa la sera, lo disse a il marito; il marito
fa:
" Senti: domani quando tu ci ritorni, se ti dice a questo
modo, gli devi dire te: Bon dì, missere, per sentir cosa
ti risponde ".
Questa donna, la mattina dopo, va per pigliare l'acqua; C'affaccia il solito frate: " Bon dì, madonna ", gli fa il frate. Lei risponde: " Bon dì, missere ". Risponde il frate: " Quando s'ha a fare una cena insieme? " - " Domani sera, che 'un c'è il mi' marito ". Questa donna la tornò a casa, e lo disse a il marito che il frate sarebbe venuto a far una cena.
Sapete che il tempo delle novelle passa presto: si venne alla sera che aveva fissata il frate.
La sera questa donna sentì picchiare; la va all'uscio; era questo frate carico di roba. Costì lo fece passare, e tutti e due si messero a cucinare. Quando son lì, che hanno bello e fatto ogni cosa, che son lì per mangiare, la sente picchiare questa donna alla porta; dice: " Oh ecco il mi' marito! Lesto, riponemo tutta la roba ". Fa il frate: " 0 io dove debbo entrare? " - " Ti metterò su per il cammino ".
Costì, quando ebbero riposto ogni cosa, lei va alla porta ad aprire a il marito. " Dio mio! quanto mi hai fatto aspettare alla porta! Io ho tanto freddo, son tutto fradicio... Piglia du' legna, e fammi una fiammata ". Quest'omo piglia un fastello di legna, lo mette sul focolare, e gli dà foco. Il povero frate, quando l'ebbe sentita la fiamma, morì subito. Sicchè quest'omo se la mangiò lui la roba con la su' moglie.
La mattina questa donna la torna a il convento a pigliar l'acqua e s'affaccia un altro frate, e gli fa la solita storia che gli aveva fatto il primo: " Bon dì, madonna! " La torna a casa, lo ridice a il marito. " Rispondigli come rispondesti a qúell'altro la prima volta ", dice il marito.
Questa donna il giorno ritornò a il pozzo. S'affaccia il frate: " Bon dì, madonna ". - " Bon dì missere ". " Quando s'ha egli a fare una cena insieme? " - " Stasera, che 'un c'è il mi' marito ". Lui, questo frate, figuratevi: se il primo era venuto carico di roba, questo ne portò di più.
Costì si messero a fare la solita storia che avea fatto il primo... cucinare, gua'. Quando fu una cert'ora che erano lì che mangiavano, sentinno picchiare alla porta. " Oh poeri a noi! pol'essere il mi' marito! " Questo frate: " 0 io come ho a fare! ... ora mi ammazza ". - " Senti: vien qua; ci ho questo armadio; entraci dentro ".
Questa donna apre a il marito. "Oh quanto mi hai fatto aspettare! " dice lui. - " Sai! mi s'era spento il lume, che vo' andare a pigliare una giacchetta più sudicia ". 'un ho potuto venir subito a aprirti". - "Aspetta, " 'Un andare... per l'appunto tu vòi andare! ora te la porterò io ". - " No voglio andarla a pigliare da me ". Qúest'omo va là all'armadio, e ci vede quel frate ritto. " E te, che tu fai costì? " Lo prese e gli tagliò il collo. E costì si messe lui con la su' moglie, con la sua santa pace, a mangiare.
Il giorno dopo quella donna la torna a il convento. S'affaccia un altro frate, e gli fa la solita storiella, che gli avevano fatta quegli altri.
Lei torna a casa, lo dice un'altra volta a il marito. " Ridìgli come gli dicevi a quegli altri ", fa il marito furbo. Questa torna a il pozzo; s'affaccia il frate: " Bon dì, madonna ". - " Bon dì, missere ". - " Quando s'ha a fare una cena insieme? " - " Venite stasera, che 'un c'è il mi' marito ".
Sicchè, figuratevi. Per farla più corta, quando son lì che cenano, sentono bussare alla porta. Lei: " Oh Dio! poerini a noi! siamo belli e morti! L'è il mio marito! " - " Oh Dio! riponimi in qualche posto ", gli fa il frate. " Vieni, ci ho un cassone che ci sta il grano: vieni qua, che ti metto qui ".
Questo cassone era un po' piccolo: a questo frate gli rimase una gamba fori. La va a aprire a il marito. " Dio mio, quanto tu sei stata! troverai tu la scusa d'il lume? "
Sicchè il marito si messe lì a mangiare. Quando l'ebbe mangiato, prese il lume per andare a letto, e passò da quella stanzina dove era questo cassone. Dice lui: " Guarda la pala che' si piglia il grano: la rimane un po' lunga, l'è meglio che pigli la sega, e la tagli ". - " Oh Dio mio! per l'appunto stasera volete fare queste cose! le farete domattina " (fa la moglie, ma era d'accordo). " No! la voglio tagliare ora; portami la sega ". La su' moglie gli dà la sega, e taglia la gamba. Mentre che è lì che taglia, questo frate, urli, urli da disperato. " Oh frataccio birbone! " grida quest'omo; lo prese, e lo ammazzò anche lui.
Fatto si è che quest'omo ce ne avea tre morti. Disse la su' moglie: " Ora come s'ha a fare a portar via questi morti? " - " Senti: chiamerò quil matto; glieli farò portar via ".
Chiama un omo: " Senti: tu m'hai a portar via questo frate a affogare. Io ti do tre paoli.' " - " Li porto via anche tutti, ne porto via anche tre, se ce li hai ". E così quest'omo mette il frate nil sacco, lo porta a un gorgone, lo butta di sotto e torna a casa di questo omo: " T'avessi sentito che scoppio che gli ha fatto! 'Un ritorna più su ".
Quest'altro gliene aveva preparato, dreto all'uscio, un altro de' frati ritto: " Guarda, o se tu ce l'hai dreto? guarda: eccolo là ritto ". - " Oh frate birbone! 0 aspetta! " Lo rimette in un sacco, e porta via anche quello. Va a questo gorgone, e lo butta; se quell'altro l'aveva buttato forte, quest'altro lo buttò di più. Torna a casa: " Ora 'un torna, sai! Ha fatto un tonfo, Madonna! " - " Guarda: t'un vedi che t'è tornato dreto un'altra volta? eccoli lì ritto " (chè quest'omo gli aveva fatto trovare l'ultimo de' frati morto). Questo matto: " Oh anima buggiancona!' Aspetta! " Lo rimette nil sacco un'altra volta, e lo porta via.
Giunto a questa gorga: se quell'altro l'avea buttato forte, l'ultimo lo buttò di più ancora.
Quando fu per tornate a casa, vede un frate che tornava dalla cerca: " Oh anima buscherona! 'un t'è servito di tornare solo, sei tornato anche con il ciuco! " E
questo matto? aveva una fune, piglia un sasso e glielo lega al collo, e lo ributta di sotto anche questo povero frate qui; e tornò da quello che gli aveva promesso tre paoli. Dice: " Sai! 'un gli era servito di tornare solo: era tornato con il ciuco; ma credi, ora 'un torna ". - " Ah! tieni i tre paoli, che tu te li meriti ".
Quest'omo resta lì con la su' moglie, si godiede tutta la su' roba.
Se ne stiede e se ne godíede, A me nulla mi diede.
Pratovecchio.
Varianti e Riscontri
Si metta a raffronto della novella de' Gobbi del DONI, la quale sembra presa dalla tradizione corrente, e corre tale e quale in Firenze col titolo: I tre gobbi; della favola 3' della notte V dello STRAPAROLA, tutta in dialetto, nella quale è detto che " Bertoldo da Valsabia ha tre figliuoli tutti tre gobbi e d'una stessa sembianza; uno de' quali è chiamato Zambon, e va per lo mondo cercando sua ventura, capita a Roma, e indi viene morto, e gettato nel Tebro con due suoi fratelli ". Nella ,novella napolitana in parlata del Pendino edita dall'IMBRIANI nella Novellaia mílanese, pag. 46, col titolo: Voglio-ffà, Aggioffatto e Vene-mm'annetta, una cameriera dà ritrovi a tre signorí per tre ore diverse, e gl'inganna tutti e tre. Un riscontro siciliano è nelle Fiabe siciliane, n. CLXIV: Li tri gbimmuruti; ed uno toscano, forse preso dalla tradizione corrente, ma certo meno circostanziato degli altri, se ne trova nella commediola intitolata: Una covata di gobbi, ovvero: I tre gobbi della Gorgona, con Stenterello facchino ubbriaco (Firenze, tip. Salani), ove i gobbi Prosdocimo, Scappavia e Baleno son fratelli, e Giacomina è moglie del primo. Stenterello, facchino di piazza, va ad annegare uno alla volta i gobbi.
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