La lucerna



C'era una volta una donna. A questa donna gli era morto il marito. Aveva un citto che la faceva sempre, disperare... 'un aveva voglia di far nulla. Un giorno questo ragazzo era in piazza a vedere vendere il pesce. Gli si fa davanti un signore, e gli dice: - " Senti, citto, vieni qua. lo sono il tu' zio, che la tu' mamma 'un m'ha mai visto. Tieni: questo è un sacchetto di quattrini, digli che stasera, la faccia una bella cena, che io vengo a riconoscerla ". Questo citto prende questo sacchetto di quattrini e va dalla su' mamma. - " Sapete mamma, son andato in piazza, è venuto un signore, ha detto ch'egli è il mi' zio, che vu' facciate una bella cena, che lui stasera vien qui ".
La donna si diede da fare e fece una brava cena. Aspetta, aspetta, questo signore 'un veniva. Dunque aspettarono sino alla mezzanotte e poi cenarono da sè. Questo cítto la mattina ritornò in piazza. - " Senti, di' così alla tu' mamma, che l'abbia pazienza; ieri sera 'un potetti venire; ma stasera i' vengo ". Gli diede tanti quattrini, e andò via. Questo citto torna a casa dalla su' mamma, e gli dice che ha trovato questo signore, e che gli ha dato i quattrini, che la faccia la cena, che lui la sera viene.
Sta donna fa una brava cena. Quando l'è all'un'ora, sentono picchiare. Questo citto va aprire: era quel signore. Lui gli dice a questa donna: - " Sapete: io sono un fratello del vostro marito, che io andai via da piccolino, voi 'un mi conoscete guà. Sentite: vu' m'avete a dare per un pochi di giorni il mi' nipote ".
Ma questo cítto aveva poca voglia di andare via. Costì dopo ch'ebbero cenato, prese questo citto e lo portò via.
Per dirla, la su' mamma gli dispiacque quando vedde andar via questo citto. Quando l'ebbero camminato, fece questo citto: - " Ma dove la mi porta? E'tanto che si cammina qui di notte ". - " Che tu sappia: 'un sono mica il tu' zio, sai! lo sono un mago: tu 'un avevi voglia di lavorare, ma con me tu lavorerai ora ". Questo mago, quando ebbero camminato un altro pezzetto, entró in un bosco. In questa bosco c'era una lapita.' Questo mago apre questa lapita.
" Entra giù ". Questo citto figuratevi!
Quando furono in fondo a questa lapita, c'era un bellissimo palazzo, gli apre il palazzo questo mago e vanno su con questo citto, e' lo mena in cucina. " Lo vedi eh! in questa cucina quanta roba sudicia c'è; io sto tre giorni fora, e tu la mi devi spurgare ogni cosa ". Figuratevi questo povero citto! Si messe in pensiero, 'un sapeva come fare! Si messe lì a pulire; pulisci quella cosa, pulisci quell'altra, gli aprì una credenza, e vedde tante robe sudice, e fra queste c'era una lucernina vecchia vecchia vecchia. Disse: - " Tu ci sei anche te, ti voglio pigliare, ti voglio schiaffare fori di finestra ". E prese il cencio per dargli una cenciata per lustrarla. Sento fare: " Cosa comanda il padrone della lucerna? " Questo citto arrabbiato: - " lo comando che tu mi entri nil culo ". Questa lucerna lesta la gli entra nil culo.
Figuratevi questo citto come era disperato! - " Oh come debbo far ora! l'ho fatta bona! " E lui con il su' cencio che aveva in mano ritoccò la lucerna. - " Cosa comanda il padrone della lucerna? " - " Comando che tu mi n'esca di il culo ". La lucerna subito la gli escì fori. Lui allora gli dà un'altra lustrata alla su' lucerna e la gli domanda cosa comandava; e lui gli disse: " Che tu mi porti di sopra a terra ". Appena gliel'ebbe detto, si trovò di sopra. Quando fu di sopra: - " lo ti comando che tu mi porti a casa mia ". In un momento lo portò a casa sua.
La su' mamma quando lo vedde: - " Oh! dove sei tu andato? " - " Oh madre mia! 'un era il nostro zio, era un mago! " Questo giovanotto ('un era più citto ora) con il modo della lucerna fabbricò un palazzo di faccia a quello di il re. Figuratevi quella povera donna... era povera... níl vedere queste cose! Un giorno dopo: - " Sapete, mamma, domani vu' dovete andare a chiedere la figliuola di il re, che io la voglio per isposa ".
Questa donna tanto la fa che la va dal re a dire se gli dava la su' figliola; e il re gli acconsentì, e costì fece uno sposalizio. Invece delle seggiole li faceva sedere ne' sacchi di quattrini. Tutti dicevano che erano a pranzo: - " Mio Dio, che signorone che l'è! "
Un giorno questo giovanotto era fori. In casa c'era rimasta la su' mamma e la figliola di il re. 'Un aveva mai detto che aveva questa lucernina alla su' mamma. Tornamo al mago; quando tornò a casa il mago 'un ci trovò più il citto. - " Oh il birbone! me l'ha fatta bella! mi ha portato via la lucernina; ma ora voglio rivedere se io la trovo ". Si veste da lucernaio, prese di molte lucerne belle, nove, e va alla città, e avviò a dire: - " Chi mi dà le lucerne vecchie gliele dò nove! Chi me le dà vecchie gliele dò nove! " C'era la figliola di il re alla finestra. - " Oh mamma (alla mamma di il so marito) sentite: c'è quell'omo, chi gli dà le lucerne vecchie gliele dà nove; c'è quella lucernaccia su nell'armadio; damogliela, e se ne piglia due nove ". Chiamarono quell'omo che l'andasse su. - " La ci s'ha una lucerna vecchia> vu' ce ne darete du' nove ".
Quest'omo disse: - " Anche tutte io ve le do ". Prese la su' lucernina, e via. Torna lo sposo di fori: - " Odi,marito mio, ho fatto la spesa, guarda che bèlla lucernina, che ho comprato ". Lui disse: - " Oh poero a noi! vu' m'avete tradito! "
Il mago appena fu andato via di lì, li fece trasportare lui e la su' mamma in un forte bosco, che ci morissero di fame, e la regina la fece ritornare a casa sua.'


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