Lo zoccolo di legno
C'era una volta il Re di Portogallo. Aveva tre figliole. Un giorno, chiamò la maggiore; le dimandò se gli voleva bene. Gli rispose di sì. - " E quanto mi credete necessario? " - " Quanto il pane ". - Dice: - " Va bene ". - Chiamò la seconda; e le disse, se gli voleva bene. Gli rispose di sì - " E quanto mi credete necessario? " " Quanto il vino " - Dice: " Va bene. " - Chiamò la più piccina; e le disse, se gli voleva bene. " Molto, padre mio ". - " E quanto mi credete necessario? " - " Quanto il sale. " - Dice: " Allora mi volete veder distrutto? Andate via! Non vi voglio più vedere! Sortite dalla mia corte, scegliete quello che volete fare ". - Chiese otto giorni di tempo a pensarci. Poi, gli chiese tre vestiti: uno di stelle, uno di pesci, uno di fiori, tutti ricamati in oro; e, poi, uno zoccolo di legno, che doveva camminare da sè, e starci dentro lei comodamente, e vedere e non essere vista.' Fatto questo, una mattina, messe tutto dentro, e scappò via; e andò per il mondo a girare, dentro a questo zoccolo di legno. Quando ebbe finito le sue provvisioni, la si fermava ai palazzi; e, quando la interrogavano, essa rispondeva:
Sono uno zoccolo di legno, sono fatto per ingegno.
Un po' di carità, Signor, chi me la fa?
E, così, l'andava di città in città. Una volta, la si fermò
a il palazzo di un Re. 1 servitori gli andavano incontro, e la interrogavano; ed ella faceva la solita risposta. Ci andò il maestro di casa, a vedere anche lui, che cosa era; e, poi, lo rapportò a il Re. Il Re disse: - " Voglio vedere questo fenomeno [sic!] - anche io, perciò tenetela e dategli una stanza" - Lei accettò; e gli portavano i viveri tutti i giorni. Il Re andava a interrogarla; ma, sempre, la solita, risposta. Quando non c'era nessuno, si spogliava, si lavava, si vestiva, andava a letto; ma non trovavano nulla scomposto, perchè rifaceva tutto da sè, e rientrava nel su' zoccolo di legno. Finalmente, il maestro di casa, gli riuscì di fare un fessolino; e lì stava le ore intere, per vedere. Finalmente, vide sortire questa ragazza, che si pettinava. E vidde questa bellezza; e ne fece avvisare il Re. Il Re ci andò. E, poi, tutti i giorni, andava a il fessolino, ad adorare questa bella ragazza; e diede ordine, che nessuno della famiglia sapesse di questo. Stando sempre lì, se ne ínvaghì; e chiese di volergli parlare; e lei gli diede la solita risposta. Lui disse: - " Bene, io ti voglio sposare ". - " Sì, ma io non sorto di qui. Mi dovete sposare, ma senza vedermi ". - Lei, la 'un sapeva, che il Re l'aveva vista. - " Bene, ve l'accordo ". - Fissarono il giorno del matrimonio. E il Re disse, che gli avrebbe mandato le sarte, le cameriere. E la figliola del Re di Portogallo, la disse, che non voleva nessuno; che, il giorno del matrimonio, sarebbe andata alla cerimonia, ma senza nessuno. E, poi, la chiese un altro patto: che gli invitasse tutti i Re a pranzo, fra gli altri il Re di Portogallo; e che, a il cuoco, il pranzo glielo doveva ordinare da sè. Lui, innamorato, gli accordò tutto. Quello, che gli dispiaceva, era, che 'un sapeva, come la sua sposa veniva vestita davanti queste dame. Venne il momento della funzione; ed ella era già preparata con uno di quei tre magnifici abiti, e con gioie da Regina. Fece una gran sorpresa a tutti. E lui disse anche alla madre: - " Avevamo ben veduto, che era una bellezza. 'Un si sa l'origine; ma credo, che sarà pranzo; e disse, che a ognuno, doveva essere le pietanze separate; e che, a il Re di Portogallo, gli fosse portato tutto sciocco. Finalmente, arrivarono gl'ínvitati. Il Re di Portogallo rimase sorpreso, che quella rassomigliava alla su' figlia (che già aveva pianto, perchè s'era pentito) e che l'abito rassomigliava a uno di quelli, che la gli avea chiesto In dote. La sposa stava sempre attenta a il Re del Portogallo; un mangiava neppure. Venne la minestra: l'assaggiò e la lasciò; venne il lesso: l'assaggiò e lo lasciò; venne il pesce: l'assaggiò e lo lasciò; e, per farlo più corta, tutte le pietanze, l'assaggiava e le lasciava. Quando fu finito il pranzo, che il Re di Portogallo 'un avea assaggiato niente; la Regina s'alzò e disse: " Altezza, perchè non avete mangiato niente? " - " Perdonate, ma è tutto senza sale; non si poteva mangiare ". - " Ed, allora, il sale è molto necessario ". - Lui abbassò la testa. - " E perchè cacciavate una figliola, perchè disse, che vi amava quanto il sale? " Allora lui si alzò e disse: - " Perdono! saresti, forse, tu quella? " - E, allora, lei l'abbracciò. Lo sposo fu più contento, sapendo che era la figlia di il Re di Portogallo.
Lì se ne stiedero e se ne godierono; E a me nulla diedero.
Varianti e Riscontri
Bella variante fiorentina inedita è il Gandeliere di Argento. - "Un Re, partendo, per provare l'amore delle fi" gliuole, lascia loro un vaso di dittamo per ciascuna. Ne " tiene conto solamente la piccola; ma le sorelle, involandole "il vaso, ne fan due, e li presentano al padre col dittamo, " cresciuto bello e rigogrlioso; mentre la sorella minore non " può presentare altro che stecchi. Partendo per un altro viag" gio, il Re vuol conoscere dal vestito, ch'esse avranno al suo " arrivo, chi gli voglia più bene. La piccina si veste di bianco:
il padre la sgrida. Domanda, poi, a tutte, quanto gli vo-
"gliono bene, paragonandolo a roba da mangiare: luan to il
"sale, dice la piccina; ed egli la manda ad ammazzare, in un
"bosco. Il sicario si conte@ta di abbandonarla. Ella cammina,
"ammina, trova un palazzo, ed il portiere dormiente. Pene-
in camera del figliuolo del Re e si nasconde in un cari-
"deliere d'argento. Mangia, di nascosto, quantunque il figliuolo
Re si fa portare in camera: e ne sono strapazzati i ser-
"vitori. Finalmente, lui la scopre e si innamora; e, poichè il
"credevano ormai matto, continua a fingersi tale e dice di
"volere sposare il candeliere d'argento, e sposa la ragazza. Al
di nozze, il padre della sposa trova tutto senza
"sale-
Come si vede, questa versione è un anello tra Il zoccolo di legno e il Ciabattino d'oro, due novelline toscane, pubblícare dal Pitrè, nel fascicolo Il dell'Arcbivio per lo studio delle tradizioni popolari. La nostra novella confronta con L'acqua e lu sali àelle Fiabe siciliane del Pitrè, n. XIII e con le relative varianti siciliane; con Occbi marci della raccolta del COMPARETTI, n. LXI e con Bobo, n. 23 delle Fiabe mantovane del VISENTINI; con la XIV delle Nov. pop. ven. del BERNONI: Come '1 bon sal; con la III delle No@. pop. bolognesi della CORONEDI-BERTI: La fola del candlir. Nel Re avaro, XIII della Novellaia Fiorentina dell'IMBRIANI, un Re, il quale volle sposa la figliuola ad un ladro, finto gentiluomo, che sposatala, la condanna a mille sofferenze, è invitato a pranzo dalla figlia stessa divenuta Regina> e riceve tutte senza sale le vivande. La figliuola mandata ad uccidere in un bosco ricomparisce nella Flavía degli Italienische márchen di KNUST, n. I. Der Kónigssbon und die Bauertocbter; nel Bel Giuorno, n. Il delle Fiabe rovienesi dell'Ive: nella Scatola di Cristallo, novella se~ nese riput;blicata dall'IMBRIANi nella Novellaia Fiorentina, 2' ediz.; nella Storia della Regina Oliva, figliuola di Giuliano Imperatore e moglie del Re di Castiglia nella leggenda di S. Cenovela n. 947 de' Canti pop. sic.- del PITRP. Vedi, nella Novellaia Fiorentina dell'IMBRIANI, curiosi riscontri letterari. Comunissimi sono gli scioglimenti di novelle per mezzo dei conviti: cfr. GONZENBACH n. 63. PITRP,, Nuovo saggio ecc., 1 ecc. Il principio della nostra novella è lo stesso del Ciabattino d'oro e delle varianti in essa citate. Evidentemente, la novella ha lo stesso fondo del Re Lear dello SHAKESPEARE.
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