I dodici fratelli



C'era così una volta marito e moglie; la moglie ogn'anno faceva un figliolo; in dodici anni fece dodici figlioli, e poi una bambina. Erano molto vecchi; venne un tempo che morirono. Allora questi fratelli il giorno andavano a lavorare; la sorella la lasciavano in casa a far le faccende. a fargli da mangiare; e ogni giorno ci raccomandavano: - " Bada, perchè ci sta l'Orco vicino, che 'un ti abbia a mangiare ". Ecco, allora l'Orco andava tutti i giorni, 'un mi rammento dove, a chiamarla; e lei: - "No, che tu mi mangi ". - " No, 'un ti mangio ". - " Ecco, dimani ti porto un regalino, che mi apri? " Il giorno dopo: " Tieni un panierino di paste; vieni a prenderle ". - " No, che tu mi mangi; ti tiro giù piuttosto una corda, tu me li metti lì " - " Sì " disse lui per far vista di essere bono. Calò la corda, e l'Orco gli diede sei paste. - " Senti, 'uá ti faccio male di nulla; devi mettere il dito nel buco della chiave ". - " No, che tu mi mangi ". - " No, che 'un ti mangio ". Allora lei va: - " Sentiamo un pò "; mette il dito mignolo per il buco della chiave. - " Sentirai benino che tu senti! " e lui si mette lì a succiare, e gli succiava tutto il sangue. Lei 'un s'addava, sentiva piacere così.
Passaron tre giorni, e di questo fatto qui 'un se ne addíedero i su' fratelli, ma dopo una settimana o due la veddero dimagrare. - " Cosa tu fai? " - " Nulla ". " Dimmi: l'Orco che ti fa qualche cosa? " - " Sentite icchè mi fa: ha detto così: ch'ío sentiva benino, e metto ogni giorno un dito nel buco della chiave, e lui me lo succia ". - " Oh va via matta, 'un sai che ti succia tutto il sangue! vedi: è lui che ti ha fatto attrestire così. Senti s'ammazza ora". - "Ho pensato, disse il più grande, che siamo dodici fratelli; lui ci fa la posta tutti i giorni; quando siamo andati via, lui viene da te. Uno resterà a casa domani, lui ci conta quando si va via; dunque se ne farà uno di paglia, allora ci metteremo tutti abbracciati, e reggeremo quello di paglia. Uno resterà sotto la scala con lo schíoppo (perchè si sa: le case di campagna hanno le scale di fora, con il piazzetto) e quando ha montato la scala, tirargli una schioppettata, e noi saremo lì vicini, verremo e lo finiremo d'ammazzare ". E così fecero, quando l'Orco fu in cima alla scala, ppum! una schioppettata, e casca giù morto. Tutti i fratelli vennero e lo sotterrarono nel ciliere.' - " Guarda, dice uno di loro alla sorella, ora l'Orchessa se 'un lo vedrà riandare a casa l'Orco verrà a dimandartelo a te; tu egli hai a dire che 'un lo sai ". " Sì ", dice la sorella. Ecco l'Orchessa, passa un giorno, passa due, 'un vede ritornare l'Orco; va da questa ragazza, ma fa vista di non essere la moglie dell'Orco- - " Oh! se Dío vole, sono venuta a fargli una visita, perchè ora!
·s'avrebbe avere più paura dell'Orco, che si vede l'hanno ammazzato quel birbante! " - " Sapete chi l'hanno ammazzato? i mi' fratelli! " - " Senti! hanno fatto bene. Se sapessi che fargli di regalo, me ne ingegnerei; ma 'un saprei cosa fargli! " - " Che regali, 'un importa! " " Se mai ci penserò più qua, perchè anche io 'un sono una signora. Ma dove l'hanno seppellito? " - " Nel ciliere ". - " Che si potrebbe vedere? " - " Sì, vada lei, perchè io ho paura di rivederlo quel coso ". Allora gli diede la chiave, lei prende un sartoio e va giù e scava l'Orco, e poi lo spella tutto, e poi la pelle la rinvolta e se la mette sotto la gonnella. Va su: - " Sa! arrivedella, - domani porterò un regalo a' su' fratelli. L'ho veduto quel birbante, son sicura che l'è morto ". Allora va via questa donna, va a casa, si mette subito a lavorare questa pelle, e fece dodici berretti, e poi va da lei! - " Ecco il regalo de' su' fratelli; quando vengono stasera l'avete a pregare, in
tutti i modi, che se li mettano prima d'andare a cena ". " Sì, grazie tante; 'un pensi, glielo dirò ". Tornano i fratellí! - " Tenete questo re alo ". (L'Orchessa gli avea

detto, di non dire chi glielí aveva dati). I fratelli si messero a guardare quei berretti; ma la sorella gli disse:
" 'Un andate a pensare tanto in là, prendeteli, e misurateli, avanti di cenare ", Allora per contentarla tutti se li messero: a mala pena se li messero, diventorno tutti
agnelli. Lei rimase: 'un avea più sangue addosso, e loro a vedere la cena, 'un potean discorrere: a belare, a piangere, di qua, di là; lei più di loro, a dargli la minestra, una cosa l'altra, ma loro 'un mangiavano. Li menava dietro la casa a dargli l'erba, e loro sempre dietro a lei che belavano, e ne mangiavano pesticcina.
Dopo una settimana era sgomenta: passa il figliolo dél re: - " Che tu hai, che tu piangi? " - " Sono qui, ho poco da mangiare a questi agnelli, non so come farmi! " Questo re, che vede questa bella ragazza, se ne innamorò subito: - " Senti: che ci verresti a casa mia? " - " Sì, molto volentieri, purchè i mi' agnelli meli possa sempre portar dietro ". - " Per essere in un palazzo reale li agnelli!... vendili ". - " Piuttosto sto qui a patire, che vendere i mi' agnelli ". Allora gli disse il figliolo del re: - " Stasera ci penserò, domani ti verrò a dire o di sì o di no ". Il giorno dopo il figliolo del re: - " 0 tu ne avessi, no che 12 anche 20, tu devi venire con me, e sarai mi' sposa, se tu sei contenta ". - " Eh lo credo io! purchè mi sia sempre tenuto bene i mi' agnelli quanto me ". Il figliolo del re la portò al palazzo con questi agnelli. Si missero subito giù in una stalla, custoditi, che bisogna vedere come, e venne un giorno che lei fu sposa al figliolo del re.
Ecco l'Orchessa, che gli viene a orecchio questo. Dice tra sè: vò andare a fargli una visita, per vedere se gli posso far qualche cosa. Si presenta. Quando la vedde, lei, la ragazza, rimase un poco male. (Per tornare un passo a dietro, lei era rimasta incinta).' L'Orchessa gli fece un poco
di festa, si scusò di quello che aveva fatto, diceva che 'un ci aveva colpa, e poi se ne andiede; ma tornava tutti i giorni a fargli visita, e dopo pochi giorni la regina si cominciò addare. Un giorno la mena l'Orchessa a vedere il palazzo, e poi la mena nel giardino; poi le disse: - " Venite anche qui, che c'è una vasca, che ci sono tanti pesci, e poi c'è dentro il pescecane, che è tanto grosso più che un bambino, e se si chiama viene ". Allora vanno alla vasca. - " Che lo vede? " L'Orchessa faceva vista di non vederlo, e lei glielo insegnava con una mano. - " Basta, vado a prendere una micolina di pane, lo farò venire a galla; allora lo vedrà ". Questa lesta lesta, povera signora, va a cercare il pane, e poi va giù nel giardino, e ne getta un poco nella vasca, e il pescecane viene fori per mangiarlo. - " Lo vede. ora? " - " 'Un lo vedo fori ". " Si ciondoli un poco più giù "; e la regina ciondola ciondola, quando fu ciondolone ben bene, gli diede una spinta l'Orchessa, e giù nella vasca. Quando fu giù, il pescecane l'ingollò, e la tirò giù tutta intera.
Allora l'Orchessa lesta si spoglia, va nella camera della regina, chiude l'imposte della finestra, e poi sona subito il campanello a' servitori. Ecco corrono, e vanno per aprire la finestra. - " 'Un aprite, che ho un gran dolor di testa, che si mi aprite muoio ". Gli diedero brodo, di tutto quello che chiedeva; dopo alcuni giorni chiama il re e gli disse: - " Senti: mi dispiace molto ammazzare i mi' agnelli, ma il più grosso che ci sia, tu me l'hai a dare a mangiare; se no, 'un ríguarisco ". (Faceva per farli ammazzare). Allora il re: - " Ti si farà ammazzare ", ed avvisò i servitori. I servitori vanno a prenderlo, a malapena che l'ebbero sciolto, questo va via attorno alla vasca, e cominciò a chiamare la su' sorella. Allora quello che lo doveva ammazzare, prese la coltella, e l'andiede a rotare alla vasca, e questo agnello cominciò a girare, e diceva:

Sorella, mi' sorella, Arrotan la coltella,
per ammazzar la mi' persona bella.

E lei rispondeva:

Fratello, mi' fratello,
Sono in corpo al pescecane,
Che 'un ti posso aiutare,
Con il mio bambino in braccio.

Il servitore guardava la coltella; sente fare queste ragioni, rimase, e andiede subito a avvisare il re. Tutti subito corsero, e sentendo dir così, il re parlò e disse: " Avanti d'ammazzare l'agnello, per dischiararmi bisogna guardare in corpo al pescecane ". Allora subito pescarono il pescecane, lo sbuzzarono, e veddero questa. Non più ammazzarono l'agnello; e lei si confessò, e che non erano agnelli, ma dodici suoi fratelli e che l'Orchessa li aveva fatto diventare agnelli. Andarono su, tirarono l'Orchessa dal letto, e il re voleva mettergli una camicia di pece e bruciarla in mezzo di piazza. Ma la regina, che era stata in corpo al pescecane, disse: - " 'Un gli fate nulla, purchè faccia divenire i mi' dodici fratelli come erano avanti ". - " Come ho a fare? dice l'Orchessa; è passato tempo. basta: proverò ". Gli comincia a spellarli sulla testa; loro gridavano, sentivano tanto male; e giù giù gli levò tutta la pelle. Eccone uno. Allora, per farla lunga e corta, a tutti fece così, e tutti ritornarono come erano avanti, ma passarono di molto. Disse il re: - " Ora tu l'hai fatto divenire come erano avanti, ma ti ci brucio lo stesso, perchè tu avevi sperso una famiglia ". La regina a raccomandargli. - " No, dev'essere bruciata ". Allora fecero una gran montagna in mezzo di piazza di torchi verdi, e l'Orchessa con una camicia di pece la bruciarono. Tutti contenti se ne tornarono a casa e fecero gran feste.



Stretta è la foglia, e larga la via:
Dite la vostra, che ho detto la mia.

Garfagnana


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