Il bacio
C'era una volta un re che aveva tre figlioli, e nessuno voleva prendere moglie. Il re obbligò il maggiore ad accasarsi, e lo mandò su una casa di un re, che aveva una figlia da maritare. Vidde la ragazza, gli chiese amore e lo compiacque.
Dopo ci volle andare anche il mezzano, e il minore, e la ragazza compiacque, disse di sì a tutti e tre; e tutti e tre la volevano sposare. Il padre, per troncare la questione, ordinò che tutti tre scaricassero lo schioppo e destinò la sposa al maggiore perchè aveva trovato prima la palla. Il più piccino non volle trovarsi alle nozze del fratello, e andò via di casa. Dopo avere camminato molti anni, trovò un lumicino in una casina senza porta, e con una sola finestra; siccome era tardi, montò sopra un albero per passare la notte. Vidde arrivare una vecchiaccia con sette spanne di denti e sette spanne di unghia. Chiamò alla sua figliola che si chiamava Vermiglia latte e sangue:
" Vermiglia
Butta giù le tue bionde trecce Tira su la mamma tua ";
ed entrò in casa, montando per le trecce della ragazza. L'indomani quando vidde andare via la vecchia, il figlio del re volse provarsi, s'aggravò anche lui alle belle trecce, e la ragazza lo tirò su. La Vermiglia spaventata per l'imprudenza di quel giovane, avrebbe fatto di tutto per salvarlo da' denti della mamma.
In quella casa tutti gli oggetti parlavano, perfino i mattoni; pregò dunque il figliolo del re di aiutarla a fare due o tre sfoglie di maccheroni, e quando furono cotti ne distribuì una mestolatina per uno a tutti gli oggetti. Dopo disse al figliolo del re di sellare i due cavalli magri, che la maga teneva in istalla, e lasciare stare i grassi, ma il figliolo del re sellò i grassi invece de' magri. Finalmente vestì un bigone' e lo mise nel suo posto nel letto, e scappò via con il figliolo del re. Arrivò la vecchia, ed ebbe un bel chiamare la sua Vermiglia, scarfica scarfica si arrampicò alla finestra, vidde che la Vermiglia era a letto, e credendola malata, andò in cucina a farle una pappina.
Figuriamoci quando s'accorse che al posto della Vermiglia, c'era un bigone! Interrogò tutti gli oggetti di casa, ma nessuna parlava, perchè avevano avuto i maccheroni; ma la Vermiglia aveva dimenticato un tegamino che era dietro una mazzina e questo tegamino fece la spia alla vecchia, dicendo che la Vermiglia aveva dato i maccheroni a tutti perchè non parlassero, ma che si era dimenticato di lui. La vecchia rabbiosa buttò il tegamino in terra: " Dunque se ti dava i maccheroni non parlavi neppure te! " e si cacciò dalla finestra per raggiungere i due fuggiaschi. I due amanti correano correano, e presto si trovonno detro la vecchia. La Vermiglia allora cambiò i cavalli in chiesa, e lei si cambiò nel prete che diceva la messa, e l'amante in sacristano; arrivò la vecchia domandando al sacristano se aveva veduto passare una ragazza e un giovanotto; il sacristano rispondeva: - " E' compito di sonare alla messa ". La vecchia disperata torna indietro, ma poi daccapo a inseguirli. Vermiglia cambiò i cavalli in neve, e loro in quelli che la spalavano, e dissero alla vecchia che la coppia che cercava, era passata da tre giorni.
La vecchia ritorna indietro, ma subito ripentita continua a inseguirli. Vermiglia cambia i cavalli in un fiume l'amante in un masso, e lei in pesciolino; la vecchia che cominciava ad accorgersi dell'inganno si cambiò in anguilla per ingolare il pesciolíno, però quando si trovò sotto il masso, il masso si ruppe e la rimase schiacciata.
Idue amanti trovandosi vicino alla città del figlio del re, Vermiglia fece apparire con la sua bacchettina fatata un palazzo per passarvi la notte; e mandò il figlio del re a casa sua per tornare a l'indomani con il seguito, ma l'avvertì che non si facesse baciare da nessuno, perchè subito si sarebbe scordato di lei. Sicchè andíede a casa e non ci fu modo che il giovanotto si facesse baciare nè dal babbo, nè dalla mamma, nè da nessuno; nella notte la nonna non potendo stare alle mosse, andò e lo baciò mentre dormiva, e lui l'indomani non si ricordava più della Vermiglia, nè del seguito che aveva ordinato.
Intanto era diventato malinconico. Il padre per farlo distrarre lo mandò a caccia accompagnato da due servitori; smarrendosi in un bosco furono costretti a domandare alloggio nel palazzo della Vermiglia, che li accolse molto bene. Uno de' servitori incoraggiato dalle accoglienze, disse alla Vermiglia: " Ragazzina, mi ci porta a letto con sè? ". - " Volentieri ", rispose Vermiglia; però lei andò a letto, ed il servitore lo mandò a chiudere una finestra, che per tutta la notte non fece altro che aprirsi e chiudersi. Il servitore raccontò al suo compagno che aveva passato una notte deliziosa; anche quello volle provarsi, e la Vermiglia lo tenne tutta la notte a aprire e chiudere la porticina del licet. Il figlio del re, ingannato dalle bugie de' suoi servitori, si volle provare anche lui. Trovò nella stanza di Vermiglia un gran foco, e la Vermiglia lo pregò di volerlo ricoprire prima di venire a letto, ma spaletta che ti spaletto, non ne veniva mai a capo, e non poteva muoversi da quel posto. Allora la Vermiglia cominciò a rammentargli tutto quello che avevano fatto assieme, e così poco per volta il figlio del re riacquistò la memoria e sposò la Vermiglia.
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